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Ovaio Policistico PCOS

Adolescenti e la sindrome dell’ovaio policistico

La Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è l’endocrinopatia più frequente nel sesso femminile già a partire dalle adolescenti: si stima, che la sua prevalenza sia tra il 6 ed il 20%.

La patologia ha un importante impatto clinico e si manifesta con differente corredo sintomatologico che, spesso, compromette significativamente la qualità di vita delle pazienti: oligoamenorrea (87%) amenorrea (26%), irsutismo (92%), acne (70%).

Inoltre, lo stato di infertilità/sub-fertilità è frequentemente presente e ciò esercita un impatto negativo sull’identità personale e sulla salute mentale della paziente, compromettendone lo stato di benessere psico-fisico.

Il 75% delle donne con infertilità ovulatoria è affetta da PCOS e addirittura il 64% di esse soffre di sintomatologia da stress correlate.

Sulla sfera riproduttiva e sullo stato di salute complessivo della donna incidono anche aspetti dismetabolici caratterizzati da insulino-resistenza e conseguente iperinsulinemia compensatoria che contribuiscono, in modo determinante, a peggiorare l’espressione clinica della patologia.

L’insulino-resistenza è più frequente in presenza di eccesso ponderale ma, anche le donne con BMI nella norma non ne sono esenti, e ad essa si correla un insieme di fattori di rischio cardiovascolari, ridotta tolleranza glucidica, dislipidemia, ipertensione arteriosa, steatosi epatica.

adolescenti
L’oligoamenorrea è presente nell’87% delle pazienti, l’amenorrea nel 26%, l’irsutismo nel 92%, l’acne nel 70% circa.
Le opzioni terapeutiche nelle adolescenti

La PCOS ha correlazioni con la sindrome metabolica per cui è indispensabile ridurre i vari fattori di rischio metabolici che potrebbero contribuire ad aggravare l’espressione clinica della patologia.

La correzione dei disordini alimentari, associata ad un corretto stile di vita, sono strade da perseguire per raggiungere l’obiettivo terapeutico. La riduzione del ponderale nelle pazienti con BMI alterato esita, spesso, nel ripristino della regolarità mestruale.

L’inositolo nella sindrome dell’ovaio policistico

In uno scenario farmacologico complesso la nutraceutica è riuscita ad inserirsi autorevolmente come opzione terapeutica valida e di documentata efficacia.

L’inositolo è un trasduttore del messaggio insulinico e, se somministrato ai dosaggi adeguati, sono in grado di:

  • aumentare: la sensibilità periferica all’insulina contribuendo a ristabilire il quadro euglicemico;
  • correggere gli aspetti dismetabolici;
  • normalizzare i parametri endocrinologici migliorando il rate ovulatorio e i segni attribuibili all’iperandrogenismo come acne e irsutismo.
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Ovaio politicistico: la dieta per contrastarla

Non tutti gli alimenti sono indicati in caso di sindrome dell’ovaio policistico

La dieta per la Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) deve essere a basso indice glicemico e basso apporto energetico. Sovrappeso, obesità ed insulino-resistenza possono essere uno la causa dell’altro.

Gli alimenti da preferire

Prediligere carboidrati a lento assorbimento come cereali e carboidrati complessi ricchi di fibra (come il germe di grano, la quinoa, la crusca, l’avena, il bulgur ecc.). Promossi, poi, i grassi monoinsaturi e Omega 3 (noci, olio di oliva, mandorle, avocado etc), che possono ridurre il rischio di diabete e colesterolo.

E quelli da evitare

Da evitare anche evitando carboidrati e zuccheri raffinati che riducono anche la fertilità. Attenzione anche agli interferenti endocrini come i semi di lino, i prodotti di soia fermentati, il tofu ecc.

Tra i cibi “no” i grassi trans mentre occorre limitare i grassi saturi come olio di palma. E’ preferibile, inoltre, ridurre il consumo di caffeina senza mai superare i 150 mg al giorno.

Grassi monoinsaturi e Omega 3 possono ridurre il rischio di diabete e colesterolo

Dieta ipocalorica

Dunque ipocaloricità in grado di ottenere un calo ponderale dell’8-10%; ciò è in grado di migliorare la sensibilità periferica all’insulina. Seguire inoltre un equilibrio nutrizionale con il 25% di lipidi, dando la preferenza ad acidi grassi mono e polinsaturi.

Ed ancora proteine il 12-14% e la restante parte saranno il 55-60% di carboidrati per l’energia (di cui semplici non più del 10%) ed ancora fibra circa 30gr/die.

Per ridurre i sintomi e le complicanze dell’ovaio policistico, è possibile in presenza di insulino-resistenza e/o obesità, intervenire sia con la dieta ipocalorica a basso indice glicemico e sia con la terapia motoria.

Per facilitare il percorso di dimagrimento ed il ripristino della sensibilità insulinica periferica, si consiglia di iniziare un’attività fisica regolare con un moderato esercizio fisico giornaliero che riduce anche il colesterolo, la pressione sanguigna ed il rischio di diabete.

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PCOS: più attività fisica e yoga per ridurre lo stress

Le donne che soffrono di PCOS dovrebbero fare passeggiate frequenti, footing o dedicarsi allo sport che prediligono (corsa, nuoto, bicicletta, marcia, sci di fondo) per ridurre il rischio di sovrappeso ed obesità e migliorare la distribuzione del tessuto adiposo.

L’esercizio aerobico, infatti mantiene il peso forma, contribuisce a ridurre l’insulino-resistenza ed il diabete tipo 2 e incrementa la massa magra con riduzione del grasso viscerale e quindi del rischio cardiovascolare.

passeggiate frequenti e sport per ridurre il rischio di sovrappeso

Per migliorare lo stile di vita bisogna inoltre ridurre lo stress, soprattutto cronico. Infatti determina la secrezione di un particolare ormone, il cortisolo, che può contribuire a mantenere elevata la glicemia nel sangue e di conseguenza peggiorare l’insulino-resistenza.

In questi casi si consiglia di praticare Training Autogeno, il Thai Chi Quan, lo Yoga, la meditazione, il pilates e la danza orientale e di avere un buon riposo notturno con 7/9 ore di sonno per notte.

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PCOS: come riconoscerla

La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) è uno dei disturbi ormonali più comuni nelle donne ed è una delle più frequenti cause di infertilità.

Si stima, che la sua prevalenza sia tra il 6 ed il 20%.

Comporta vari disordini endocrini che provocano anovularietà ed iperandrogenismo. Molte donne non si accorgono di essere affette da PCOS fino a quando non hanno difficoltà a rimanere incinte.

CAUSE

L’esatta causa della (PCOS) resta comunque sconosciuta, ma tuttavia sembra essere il risultato di un erronea trasmissione di segnali all’ipotalamo e all’ipofisi. I fattori che potrebbero svolgere un ruolo includono:

  • Insulina in eccesso
    L’insulina è l’ormone prodotto nel pancreas in grado di regolare il metabolismo del glucosio (zucchero). Se le cellule sviluppano una resistenza all’azione dell’insulina, allora i livelli di zucchero nel sangue tendono ad aumentare e il corpo tenderebbe a produrre più insulina.
    L’insulina in eccesso, a sua volta, potrebbe aumentare la produzione di androgeni, causando difficoltà con l’ovulazione.
  • Infiammazione di basso grado
    Questo termine è usato per descrivere la produzione di sostanze da parte dei globuli bianchi per combattere le infezioni in risposta ad un’infiammazione. La ricerca ha dimostrato che le donne con PCOS hanno un basso grado di infiammazione che stimola le ovaie policistiche a produrre androgeni.
  • Eredità
    Numerose ricerche hanno evidenziato una predisposizione alla Pcos di tipo genetico.
  • Iperandrogenismo
    Le ovaie producono livelli alti di androgeno in maniera anomale, con conseguente irsutismo e acne.

SINTOMI

La patologia ha un importante impatto clinico e si manifesta con diversi sintomi che, spesso, compromettono in maniera significativa la qualità di vita delle pazienti:

  • Irsutismo (eccesso di peluria su viso e corpo)
  • Disturbi mestruali (assenza o ciclo irregolare, cicli scarsi o prolungati)
  • Acne.

Il 75% delle donne con infertilità ovulatoria è affetta da PCOS. La condizione di infertilità/sub-fertilità è spesso presente e compromette anche lo stato di benessere psico-fisico.

INSULINO RESISTENZA

Sulla sfera riproduttiva e sullo stato di salute complessivo della donna incidono anche aspetti dismetabolici caratterizzati da insulino-resistenza e conseguente iperinsulinemia compensatoria che contribuiscono, in modo determinante, a peggiorare l’espressione clinica della patologia.

L’insulino-resistenza è più frequente in presenza di eccesso ponderale, ma anche le donne con BMI nella norma non ne sono esenti. Ad essa si correla un insieme di fattori di rischio cardiovascolari, ridotta tolleranza glucidica, dislipidemia, ipertensione arteriosa, steatosi epatica.

Altri sintomi comuni di sono: perdita di capelli, acne e seborrea dovute all’aumento del DHEA e del DHEAS che, con i loro alti valori per il clima iperandrogenico caratteristico della sindrome, stimolano l’attività delle ghiandole sebacee.

Può verificarsi anche sovrappeso e obesità, con BMI (indice massa corporea) superiore a 25. Il tessuto adiposo è una fonte extraghiandolare di androgeni, svincolata dal controllo esercitato dal sistema endocrino.

DIAGNOSI

La diagnosi si può già porre quando siano presenti almeno 2 delle 3 alterazioni principali:

  1. Oligo o anovularietà con irregolarità del ciclo mestruale
  2. Livelli elevati circolanti di androgeni o manifestazioni cliniche di iperandrogenismo con segni di virilizzazione.
  3. Evidenza all’ecografia pelvica trans vaginale di micropolicistosi ovarica.

TRATTAMENTO NATURALE

In alternativa alla cura farmacologica, che presenta diverse controindicazioni, esistono sostanze naturali in grado di offrire un’opzione terapeutica valida e di documentata efficacia.

Ciò grazie alla formulazione di integratori a base di Myo-inositolo in grado di soddisfare le esigenze terapeutiche del medico e le richieste di cura delle pazienti.

Gli inositoli sono dei trasduttori del messaggio insulinico e, se somministrati ai dosaggi adeguati, sono in grado di aumentare:

  • la sensibilità periferica all’insulina contribuendo a ristabilire il quadro euglicemico;
  • correggere gli aspetti dismetabolici;
  • normalizzare i parametri edocrinologici migliorando il rate ovulatorio e i segni attribuibili all’iperandrogenismo come acne e irsutismo.